NO AGLI INCENRITORI, SI ALLA DIFFERENZIATA

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sabato 27 settembre 2014

Comunicato Stampa: Depositate in Regione le Osservazioni alla richiesta di TerniBiomassa(tozzi Holding) di bruciare rifiuti urbani


Il quadro ambientale della Conca che si sta definendo in queste ultime settimane non può essere sottostimato, deve necessariamente rappresentare un argine concreto alle volontà onnivore dei due impianti di incenerimento oggi presenti a Terni.
Sia ARIA srl (ACEA) che TerniBiomassa (Tozzi Holding) infatti hanno presentato richiesta in Regione per bruciare rifiuti urbani, chiaramente a conoscenza, prima dei cittadini e delle istituzioni, dell'arrivo del Decreto "Sblocca Italia" che prevede attraverso l'art. 35 una serie di misure che spingeranno definitivamente l'Italia verso Inceneritori e discariche, ancora di più e in modo più efficiente rispetto a quanto già oggi vediamo. Agli inceneritori che rientreranno nelle "rete Nazionale" infatti andranno garantite le quantità di rifiuti che gli permetteranno la potenza massima di combustione. Il tutto escludendo gli inceneritori dalla programmazione regionale o degli ambiti territoriali competenti, permettendo l'arrivo dei rifiuti  da qualunque parte del paese e dimezzamento dei tempi autorizzativi.
A fronte di questo imminente disastro, e solo grazie al lavoro quotidiano dei cittadini e delle associazioni, la città viene a conoscenza della portata reale della contaminazione da diossine e pcb nei campioni di uova raccolti nella conca ed in particolare la collocazione geografica dei campioni con superamenti dei limiti di legge e di azione: oltre a Villa Valle, Borgo Rivo e quartieri limitrofi ricadenti nelle "aree a media e massima ricaduta delle polveri del polo di incenerimento di Maratta" come indicate da uno studio di ARPA del 2006.
Non solo quindi ci ritroviamo già l'inceneritore di ARIA srl in funzione bruciando pulper di cartiera, ma a breve un secondo inceneritore mangia rifiuti. Ci chiediamo se per le istituzioni locali, Asl e Arpa, esiste un limite a tutto questo, cioè se è normale pensare che in una città in cui è già rilevante l'impatto ambientale del siderurgico, si possa ritenere minimamente giustificabile la presenza di due inceneritori e qualora ce ne fosse richiesta anche ad altri impianti. Se ci ritroveremo con due forni da rifiuti la responsabilità sarà di coloro che negli ultimi venti anni hanno permesso, e anzi facilitato, che tutto questo accadesse.
Ovviamente l'11 ottobre sarà una manifestazione per dire basta all'incenerimento e alle sue nocività, denunciare l'ennesima operazione di mistificazione delle istituzioni che hanno dato la responsabilità delle diossine alla "bruciatura di buste", per iniziare il percorso popolare che si opporrà all'eventuale arrivo dei rifiuti "sblocca Italia".
Il 12 ottobre sapremo se TerniBiomassa avrà o meno accesso alla Valutazione di Impatto Ambientale o direttamente all'Autorizzazione Integrata Ambientale.

Comitato No INceneritori

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