Il quadro ambientale della
Conca che si sta definendo in queste ultime settimane non può essere
sottostimato, deve necessariamente rappresentare un argine concreto alle
volontà onnivore dei due impianti di incenerimento oggi presenti a
Terni.
Sia ARIA srl (ACEA) che TerniBiomassa (Tozzi Holding)
infatti hanno presentato richiesta in Regione per bruciare rifiuti
urbani, chiaramente a conoscenza, prima dei cittadini e delle
istituzioni, dell'arrivo del Decreto "Sblocca Italia" che prevede
attraverso l'art. 35 una serie di misure che spingeranno definitivamente
l'Italia verso Inceneritori e discariche, ancora di più e in modo più
efficiente rispetto a quanto già oggi vediamo. Agli inceneritori che
rientreranno nelle "rete Nazionale" infatti andranno garantite le
quantità di rifiuti che gli permetteranno la potenza massima di
combustione. Il tutto escludendo gli inceneritori dalla programmazione
regionale o degli ambiti territoriali competenti, permettendo l'arrivo
dei rifiuti da qualunque parte del paese e dimezzamento dei tempi
autorizzativi.
A fronte di questo imminente disastro, e solo
grazie al lavoro quotidiano dei cittadini e delle associazioni, la città
viene a conoscenza della portata reale della contaminazione da diossine
e pcb nei campioni di uova raccolti nella conca ed in particolare la
collocazione geografica dei campioni con superamenti dei limiti di legge
e di azione: oltre a Villa Valle, Borgo Rivo e quartieri limitrofi
ricadenti nelle "aree a media e massima ricaduta delle polveri del polo
di incenerimento di Maratta" come indicate da uno studio di ARPA del
2006.
Non solo quindi ci ritroviamo già l'inceneritore di ARIA
srl in funzione bruciando pulper di cartiera, ma a breve un secondo
inceneritore mangia rifiuti. Ci chiediamo se per le istituzioni locali,
Asl e Arpa, esiste un limite a tutto questo, cioè se è normale pensare
che in una città in cui è già rilevante l'impatto ambientale del
siderurgico, si possa ritenere minimamente giustificabile la presenza di
due inceneritori e qualora ce ne fosse richiesta anche ad altri
impianti. Se ci ritroveremo con due forni da rifiuti la responsabilità
sarà di coloro che negli ultimi venti anni hanno permesso, e anzi
facilitato, che tutto questo accadesse.
Ovviamente l'11
ottobre sarà una manifestazione per dire basta all'incenerimento e alle
sue nocività, denunciare l'ennesima operazione di mistificazione delle
istituzioni che hanno dato la responsabilità delle diossine alla
"bruciatura di buste", per iniziare il percorso popolare che si opporrà
all'eventuale arrivo dei rifiuti "sblocca Italia".
Il 12
ottobre sapremo se TerniBiomassa avrà o meno accesso alla Valutazione di
Impatto Ambientale o direttamente all'Autorizzazione Integrata
Ambientale.
Comitato No INceneritori
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