NO AGLI INCENRITORI, SI ALLA DIFFERENZIATA

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venerdì 13 aprile 2012

Siamo proprio sicuri che l'inceneritore Terni ENA brucierà Pulper? Che inghippo c'è?

Leggete questo comunicato, bisognerà in questi mesi bloccare l'inceneritore. Non c'è altra soluzione.

Comunicato stampa del Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca
Recentemente molte forze politiche di opposto segno si stanno esponendo e spendendo attivamente nel contrastare la costruzione di impianti di incenerimento a biomassa previsti in diverse località della Lucchesia. A Bicchio (Viareggio) forze del centrosinistra fiancheggiano la popolazione locale nell’opposizione alla centrale da 15000 t/anno di biomassa; a Gallicano il centrodestra si è schierato a fianco dei Comitati nel denunciare le gravi illegittimità inerenti il procedimento autorizzativo per l’inceneritore a biomasse da 18000 t/anno, impianto peraltro bloccato dal TAR che ha rilevato tali illegittimità.
Anche la Provincia di Lucca, con l’ordine del giorno approvato all’unanimità nel Consiglio Provinciale del I° settembre 2011, ha dichiarato di voler chiudere definitivamente gli impianti di incenerimento sul proprio territorio. Questa levata di scudi bipartisan contro gli impianti di incenerimento (che, in maniera altrettanto bipartisan, certe Amministrazioni locali hanno per contro patrocinato) sicuramente ci conforta. Tuttavia sarebbe bene che alle parole seguissero i fatti: in questo caso la revoca delle autorizzazioni in essere e il contestuale, concreto e immediato avvio di tutte quelle strategie che consentano di risolvere in altro modo il problema reale e urgente dei rifiuti urbani e industriali. Ma per ora niente di tutto questo: le autorizzazioni concesse in maniera impropria dalla Provincia all’impianto di Gallicano e a quello dell’Alce non sono state revocate dall’Ente, che preferisce lasciare al TAR la decisione relativa alla legittimità invece di attuare azioni coerenti con le scelte politiche proclamate a parole. Riguardo alle buone pratiche alternative siamo poi in alto mare.
L’esempio più eclatante di questo malcostume politico per cui si predica bene e si razzola male è l’impianto da 150.000 t/anno, il più grande dell’Italia Centrale, progettato dall’Alce a Fornoli e autorizzato senza alcuna Valutazione di Impatto Ambientale dalla Provincia di Lucca con il benestare improvvido dell’Amministrazione del Comune termale di Bagni di Lucca.
Ma quello che parrebbe solo l’ennesimo controsenso di una classe politica inadeguata un senso invece lo potrebbe avere ed è scritto nero su bianco nel DPEF 2012 della Regione Toscana. In questo importante Documento di programmazione economica e finanziaria, a pag. 50, in relazione al DISTRETTO CARTARIO, si dichiara quanto segue: “Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti occorre favorire il corretto smaltimento degli scarti industriali delle cartiere (scarti da pulper e fanghi industriali) individuando le più adeguate ed efficienti tecnologie. In tal senso, tra il 2011 ed il 2012, è necessario l’avvio, attraverso apposite intese, di un percorso teso a mettere in condizione le aziende del distretto di realizzare gli impianti adeguati: uno o due impianti per il trattamento termico del pulper nella Piana di Lucca e nel distretto della Valle del Serchio; impianti per il trattamento legato al recupero dei cicli tetrapack e fanghi di cartiera.”
Il ruolo di inceneritore di pulper e fanghi di cartiera per la Valle del Serchio calzerebbe a pennello all’impianto progettato dall’Alce. E se non lì, dove?

Comitato Ambiente e Salute di Borgo a Mozzano e Bagni di Lucca

mercoledì 4 aprile 2012

Piatti e bicchieri. Prove di riciclo plastiche miste: l’esempio di Revet

Piatti e bicchieri usa e getta fanno parte delle cosiddette plastiche “eterogenee” per le quali non esiste ancora su scala nazionale una filiera del riciclo. Ma in Toscana qualcuno ci ha già provato. Intervista di Eco dalle Città al presidente Revet, Valerio Caramassi

 

Mentre si prepara l’estensione della raccolta differenziata a piatti e bicchieri di plastica usa e getta dal 1° maggio 2012, Eco dalle Città continua l’indagine sul destino di piatti e bicchieri dopo la raccolta. E’ percorribile la strada del recupero di materia? Se da un lato emerge la mancanza di una filiera nazionale per il riciclo di questi prodotti, dall’altro esistono tentativi, a livello locale, di riciclo delle plastiche cosiddette miste o eterogenee (in cui rientrano piatti e bicchieri usa e getta). Un esempio di riciclo di queste plastiche arriva dalla Revet, azienda specializzata nella raccolta, selezione e trattamento di materiali destinati al riciclaggio che opera prevalentemente in Toscana (219 Comuni su 287 toscani compreso Capannori). Eco dalle Città ha intervistato il presidente, Valerio Caramassi.
“Piatti e bicchieri rientrano nell’ambito delle plastiche miste che costituiscono per noi la maggioranza del materiale (tra il 55 e il 60%) – ha affermato il presidente di Revet -. Ad oggi questi prodotti già vengono conferiti dai cittadini nella raccolta differenziata. Fino ad ora Corepla considerava questo tipo di plastiche una frazione estranea (che quindi incideva negativamente sulla fascia di qualità del materiale). Non sarà più così e non è una differenza di poco conto: ora queste piatti e bicchieri entreranno nel conteggio dei corrispettivi”.
Plastiche miste in aumento
Secondo il presidente di Revet c’è una tendenza all’aumento delle plastiche miste. “L’aumento – ha spiegato Valerio Caramassi – è dovuto in primis alla sanitarizzazione spinta che regola le leggi del commercio. In secondo luogo alla mononuclearizzazione e alla tendenza della piccola e grande distribuzione che propone prodotti che fanno risparmiare tempo alle famiglie: un esempio sono le confezioni di insalata già lavata. Queste tendenze producono rifiuti e plastiche eterogenee”.
Prove di riciclo: i “Ri-prodotti in Toscana” di Revet
“La Revet ha avviato progetti di ricerca per il recupero meccanico delle plastiche eterogenee. Non riusciamo a farlo con tutte le plastiche ma in alcuni casi questi progetti si sono concretizzati con l’avvio una produzione industriale di prodotti: arredamenti per esterni, pannelli fonoassorbenti e componenti per la Piaggio”. Questi citati dal presidente sono tra i manufatti conosciuti come “Ri-prodotti in Toscana”.
Quindi, almeno i piatti e i bicchieri raccolti da Revet potranno trovare la strada del recupero meccanico. “Questo vale per noi o per impianti come quello di Vedelago ma stiamo parlando di piccole quantità. Un altro discorso è la scala nazionale dove abbiamo quantità ben maggiori” ha sottolineato Valerio Caramassi. Il costo è uno dei fattori che indice sulle possibilità di riciclo delle plastiche eterogenee. “Esiste un processo industriale – ha spiegato il presidente di Revet – che richiede diversi passaggi con costi di manodopera. Con i nostri prodotti siamo riusciti ad arrivare a pari con il costo del prodotto realizzato da materia prima vergine. Se però la concorrenza è con chi recupera energeticamente (che in Italia riceve anche incentivi) allora la battaglia è improba. Basterebbe – ha concluso Valerio Caramassi – che il sistema riorientasse verso il recupero di materia anche solo la metà di quello che spende per incentivare il recupero energetico, per rendere competitivi i prodotti riciclati”.
di Giuseppe Iasparra