12 dicembre 2011
Continua l’allarme rosso a Terni
per l’inquinamento dell’aria, siamo a 63 sforamenti del limite di Pm10 rilevati
dalla centralina della zona le Grazie, quando il limite massimo consentito è di
35 superamenti annui, i dati sono aggiornati a giovedì 8 dicembre. Il
sindaco ha firmato l’ordinanza e già dal 28 novembre si è dato il via alle
targhe alterne, ma i risultati ancora si fanno attendere. La dottoressa Caterina
Austeri dell’Arpa conferma che “Già dalla scorsa settimana e in alcuni casi
anche in quella in corso abbiamo registrato diversi sforamenti dei valori
massimi. Parliamo di innalzamenti che sono comunque tipici di questo periodo,
quando si registra l’aumento di immissioni di particolato, ma che quest’anno
sono forse più alti che negli anni scorsi, anche se tutto sommato nella media.
Ma perché.
Con l’arrivo della stagione
fredda iniziano ad attivarsi i riscaldamenti in tutti gli edifici. Le emissioni
che ne derivano insieme a quelle delle auto, come ormai tutti sanno, sono le
principali cause di inquinamento soprattutto nelle città. E il caldo prolungato
che ha posticipato l’accensione di camini, stufe e simili se da un lato ha
limitato l’immissione di agenti inquinanti, dall’altra ha reso l’atmosfera
“stabile”. Questo autunno fatto di bel tempo, poca pioggia e ancor meno vento
ha praticamente fermato le particelle di pm10, biossido di azoto, ossido di
carbonio e tutti gli inquinanti nell’aria, determinando una situazione di
inquinamento stabile.” Analizzando nel dettaglio i dati dell’Arpa, l’Agenzia
regionale per la protezione ambientale, si può notare che limitatamente ai dati
della settimana 14-20 novembre, sono diversi gli sforamenti rilevati dalle 12
centraline fisse posizionate nei centri nevralgici della regione. Secondo gli
studi medici, gli effetti dell’esposizione dell’uomo a tali inquinanti sono di
tipo acuto, legati ad una esposizione di breve durata (uno o due giorni) a
elevate concentrazioni di polveri contenenti metalli. Questa condizione può
provocare infiammazione delle vie respiratorie, come crisi di asma, o inficiare
il funzionamento del sistema cardiocircolatorio. Poi bisogna considerare quelli
di tipo cronico che dipendono, invece, da una esposizione prolungata ad alte
concentrazioni di polveri e possono determinare sintomi respiratori come tosse
e catarro, diminuzione della capacità polmonare e bronchite cronica. Per
soggetti sensibili, cioè persone già affette da patologie polmonari e cardiache
o asmatiche, è ragionevole temere un peggioramento delle malattie e uno
scatenamento dei sintomi tipici del disturbo. Studi condotti in materia hanno
anche registrato un aumento dei ricoveri ospedalieri e della mortalità per
patologie respiratorie e cardiache direttamente riferibili all’inquinamento da
polveri. Adriano Rossi, direttore del dipartimento Arpa di Terni, commentando
uno studio eseguito da Arpa sulla caratterizzazione delle polveri sottili,
rileva che “le centraline misuravano, negli anni passati, numerosi superamenti
delle emissioni di pm10, addirittura in una parte della città, quella vicino
all’acciaieria si era arrivati ad oltre 120 superamenti all’anno (su 35
previsti dalla normativa). Abbiamo perciò deciso di approfondire, e abbiamo riscontrato
intanto una differenza fra le emissioni di pm10 di Terni con quelle di Perugia,
di Roma e delle città vicine, e poi che la differenza sostanziale stava nella
forte presenza, nel Pm10 rilevato a Terni, di metalli pesanti. Il passo
successivo è stato comprendere a cosa potevano essere attribuiti questi metalli
pesanti, e abbiamo concluso che in gran parte erano attribuibili alla
siderurgia, poi in piccola misura anche alla combustione degli impianti di
incenerimento (Incenerimento/combustione di biomasse incide solo sulla
frazione. L’impatto della fonte industriale/metallurgica ammonta al 30% delle
polveri fini e al 10% di quelle grossolane (le emissioni dirette dovute al
traffico veicolare e alle attività industriali, sono quelle che incidono
maggiormente sulla frazione fine del PM) mentre le polveri risospese dal suolo
incidono maggiormente sulla frazione grossolana. fine per il 5%). Il
trend è certamente migliorativo, ma tuttora il limite di 35 superamenti viene
valicato. Alcune centraline registrano più superamenti che altre, la cosa
dipende anche da altri fattori, anche se in misura marginale, come ad esempio
il clima.” Forte polemica tra Provincia, Arpa e Movimento 5 stelle a proposito
del corretto funzionamento della centralina zona Le Grazie per quanto riguarda
la trasmissione dei dati, visto l’insostenibile livello di inquinamento della
zona, ma nel piano di riassetto e ammodernamento rimane al suo posto, infatti
dal prossimo anno la rete di monitoraggio sarà gestita tutta dall’Arpa e la
Provincia di Terni uscirà di scena. La Regione dell’Umbria ha messo sul piatto
1.200.000 euro di fondi europei per rimodernare le centraline di tutta
l’Umbria. Nel Ternano sono previsti alcuni spostamenti. “La centraline di Terni
posizionata in via Verga – spiega Caterina Austeri dell’Arpa – sarà spostata ad
Amelia, dove l’Arpa deve tenere sotto controllo la concentrazione di benzene.
Altro spostamento ad Orvieto, dove la centralina sistemata nell’abitato di
Ciconia sarà allontanata dalla strada”.
Alla fine della riorganizzazione a regime ci saranno 6 stazione di rilevamento per l’aria. Sul territorio però saranno presenti altre centraline: Prisciano, Maratta, Nera Montoro e Narni. Tutte posizionate in prossimità di attività industriali, di natura chimica e siderurgica. Nei piani dell’Arpa c’è l’utilizzo di queste centraline per la creazione di una rete industriale di monitoraggio. Ma per metterla in funzione servono soldi. Che per ora non sembrano esserci.
Alla fine della riorganizzazione a regime ci saranno 6 stazione di rilevamento per l’aria. Sul territorio però saranno presenti altre centraline: Prisciano, Maratta, Nera Montoro e Narni. Tutte posizionate in prossimità di attività industriali, di natura chimica e siderurgica. Nei piani dell’Arpa c’è l’utilizzo di queste centraline per la creazione di una rete industriale di monitoraggio. Ma per metterla in funzione servono soldi. Che per ora non sembrano esserci.