« Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. » (Antoine-Laurent de Lavoisier)
NO AGLI INCENRITORI, SI ALLA DIFFERENZIATA
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sabato 27 settembre 2014
Comunicato Stampa: Depositate in Regione le Osservazioni alla richiesta di TerniBiomassa(tozzi Holding) di bruciare rifiuti urbani
Il quadro ambientale della
Conca che si sta definendo in queste ultime settimane non può essere
sottostimato, deve necessariamente rappresentare un argine concreto alle
volontà onnivore dei due impianti di incenerimento oggi presenti a
Terni.
Sia ARIA srl (ACEA) che TerniBiomassa (Tozzi Holding)
infatti hanno presentato richiesta in Regione per bruciare rifiuti
urbani, chiaramente a conoscenza, prima dei cittadini e delle
istituzioni, dell'arrivo del Decreto "Sblocca Italia" che prevede
attraverso l'art. 35 una serie di misure che spingeranno definitivamente
l'Italia verso Inceneritori e discariche, ancora di più e in modo più
efficiente rispetto a quanto già oggi vediamo. Agli inceneritori che
rientreranno nelle "rete Nazionale" infatti andranno garantite le
quantità di rifiuti che gli permetteranno la potenza massima di
combustione. Il tutto escludendo gli inceneritori dalla programmazione
regionale o degli ambiti territoriali competenti, permettendo l'arrivo
dei rifiuti da qualunque parte del paese e dimezzamento dei tempi
autorizzativi.
A fronte di questo imminente disastro, e solo
grazie al lavoro quotidiano dei cittadini e delle associazioni, la città
viene a conoscenza della portata reale della contaminazione da diossine
e pcb nei campioni di uova raccolti nella conca ed in particolare la
collocazione geografica dei campioni con superamenti dei limiti di legge
e di azione: oltre a Villa Valle, Borgo Rivo e quartieri limitrofi
ricadenti nelle "aree a media e massima ricaduta delle polveri del polo
di incenerimento di Maratta" come indicate da uno studio di ARPA del
2006.
Non solo quindi ci ritroviamo già l'inceneritore di ARIA
srl in funzione bruciando pulper di cartiera, ma a breve un secondo
inceneritore mangia rifiuti. Ci chiediamo se per le istituzioni locali,
Asl e Arpa, esiste un limite a tutto questo, cioè se è normale pensare
che in una città in cui è già rilevante l'impatto ambientale del
siderurgico, si possa ritenere minimamente giustificabile la presenza di
due inceneritori e qualora ce ne fosse richiesta anche ad altri
impianti. Se ci ritroveremo con due forni da rifiuti la responsabilità
sarà di coloro che negli ultimi venti anni hanno permesso, e anzi
facilitato, che tutto questo accadesse.
Ovviamente l'11
ottobre sarà una manifestazione per dire basta all'incenerimento e alle
sue nocività, denunciare l'ennesima operazione di mistificazione delle
istituzioni che hanno dato la responsabilità delle diossine alla
"bruciatura di buste", per iniziare il percorso popolare che si opporrà
all'eventuale arrivo dei rifiuti "sblocca Italia".
Il 12
ottobre sapremo se TerniBiomassa avrà o meno accesso alla Valutazione di
Impatto Ambientale o direttamente all'Autorizzazione Integrata
Ambientale.
Comitato No INceneritori
sabato 6 settembre 2014
Rifiuti Sanitari e urbani per il secondo inceneritore della Conca. Terni continua ad essere individuata come la terra del bengodi per inceneritoristi di ogni risma.Ma la pazienza ha un limite?
TerniBiomassa, società
ternana della holding ravennate Tozzi Spa (che ha acquisito nel 2013 l’
impianto ex Printer), ha infatti presentato in Regione ad agosto una richiesta
di Valutazione di Impatto Ambientale in cui comunica che brucerà appunto
rifiuti ospedalieri, fanghi di depurazione, rifiuti urbani nella forma di CDR e
altre tipologie. Comunica inoltre che dismetterà la tecnologia a pirolisi per
passare unicamente alla combustione diretta dei rifiuti.
Terni continua quindi ad
essere individuata come la terra del bengodi per inceneritoristi di ogni risma.
Un territorio che grazie alle battaglie condotte da anni in città è riuscita
almeno in parte a non far bruciare i rifiuti urbani all’inceneritore di ARIA
srl/ACEA, si vede obbligata comunque a subire l’esposizione alle emissioni
nocive di due inceneritori, a subirne insomma le ricadute negative, a maggior
ragione quando questi nemmeno portano posti di lavoro; proprio in una fase così
complicata per la città impegnata nella vertenza AST, ci vediamo costretti a
rincorrere le continue mosse ora di ACEA ora di Tozzi Holding e tentare di
ostacolarle per non ritrovarci di nuovo due impianti inutili e dannosi senza
nemmeno alcuna strategicità per il futuro anche occupazionale della città.
Certo va detto anche che con
lo Sblocca Italia gli inceneritori vengono posti al centro della gestione dei
rifiuti, a cui il governo Renzi vuole affidare senza più vincoli regionali e
con procedimenti autorizzativi dimezzati (art. 10 e art. 15) i rifiuti di tutta
Italia in una Rete nazionale degli impianti: un efficientamento utile a
garantire la certezza dei profitti alle grandi holding come Hera, Acea, A2A che
con lo sviluppo della differenziata soprattutto al centro-nord vedono diminuire
il volume di rifiuti da fagocitare. In questo contesto normativo sta
sicuramente il senso dell’investimento di Tozzi Holding nell’inceneritore ex
Printer, impianto che peraltro non riceverà alcun incentivo pubblico alla
produzione di energia, che rappresenta in generale il vero affare per gli
inceneritori.
Ora ci aspettiamo dal Comune
che sia conseguente con tutte le promesse elettorali, soprattutto con quella
secondo cui l’amministrazione si sarebbe opposta nelle sedi opportune ai nuovi
processi autorizzativi. Il silenzio sulla vicenda delle diossine nelle uova è
assai emblematica di un atteggiamento che non prelude a nulla di buono.
Speriamo di avere torto.
Ad ogni modo martedì
prossimo, durante l’assemblea convocata dal Comitato No Inceneritori, non solo
verrà affrontato il tema delle diossine nelle uova prelevate a Borgo Rivo ma
anche l’ulteriore esposizione a cui la città potrebbe tornare a fare i conti.
Saranno presenti Italia Nostra, il comitato di Vascigliano, Medici per
l’Ambiente per costruire insieme una piattaforma di proposte alla città sul
tema della salute da contrapporre alle agenzie di tutela e protezione che non
compiono, secondo il Comitato, appieno i loro doveri istituzionali.
Comitato
No Inceneritori Terni
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