COMITATO NO INCENERITORI Terni noinceneritoritr@gmail.com
« Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. » (Antoine-Laurent de Lavoisier)
NO AGLI INCENRITORI, SI ALLA DIFFERENZIATA
Per saperne di più sulle alternative a discarica-inceneritore scarica questi documenti
martedì 14 marzo 2017
lunedì 27 giugno 2016
mercoledì 30 marzo 2016
mercoledì 10 febbraio 2016
APPELLO PER LA MANIFESTAZIONE DEL 14 FEBBRAIO 2016
LA PRIORITA’: CHIUDERE GLI INCENERITORI PER LA SALUTE
PUBBLICA
Le vicende più
recenti dello Sblocca Italia e ancora prima del CSS, stanno a dimostrare
l’ipoteca permanente sulla salute pubblica rappresentata dalla sola presenza
degli inceneritori nella Conca. Ecco perché da oggi, dalla manifestazione del
14/2 in poi, l’unico obbiettivo che la città dovrà darsi sarà la CHIUSURA degli
inceneritori.
Fin quando, infatti,
questo non accadrà non saremo al riparo dalle minacce di nuovi/vecchi
combustibili, possibili emergenze rifiuti, di nuovi e vecchi potentati del
settore dei rifiuti che, sempre più col benestare delle amministrazioni,
sottraggono ai territori potere di controllo, decisione e gestione della RISORSA
RIFIUTI. La città, in tutti i suoi segmenti e articolazioni, non può più
esimersi dal darsi questo obiettivo. In uno striscione sempre esposto durante
le mobilitazioni è scritta una frase: “i vostri profitti non valgono le nostre
vite”. Ecco, nulla di più semplice, nulla di più vero. Perché oltre agli
ingenti profitti, macinati peraltro attraverso incentivi pubblici senza cui non
si terrebbero in piedi economicamente, c’è nulla a giustificare l’esistenza
degli inceneritori.
I PARTITI NELLA SOLITA AREA GRIGIA: CONTRO
L’INCENERIMENTO O CONTRO GLI INCENERITORI? SFUMATURE DI SOSTANZA
Verifichiamo come
dopo vent’anni di esistenza degli inceneritori ora tutti i partiti siano
contrari. E non solo quelli che hanno finto di contrastarli per vent’anni, ma
anche quei partiti che dalla fine degli anni ’90, sia in sede comunale che
provinciale e regionale, hanno sostanzialmente voluto gli inceneritori. Perché
si dà il caso che gli inceneritori nella Conca, tre fino al 2007 e oggi “solo”
due, non siano nati per caso come funghi, e conosciamo ampiamente le loro
storie. Pensiamo ai partiti e agli amministratori che li hanno voluti e
continuamente autorizzati, senza mai opporre problemi di salute pubblica, ma
lasciando che fosse la letteratura “grigia” dell’Osservatorio Ambiente e Salute
a raccontare la non eccezionalità della Conca Ternana, in una rassicurante
narrazione sullo stato di salute dei ternani e delle ternane.
Ecco, questi, oltre
ad essere contrari all’incenerimento, sono davvero pronti ad affrontare nelle
sedi opportune le aziende che oggi sono proprietarie degli inceneritori?
Sono quindi contrari
gli inceneritori in quanto tali, perché dimostrati inutili e perché la salute
pubblica è ormai al centro della discussione pubblica e della mobilitazione
popolare? Oppure sono contrari alle contingenze chiamate Sblocca Italia, css,
al generico “incenerimento di rifiuti”, lasciando quindi ampio spazio di
manovra e sopravvivenza alle aziende proprietarie degli impianti?
Perché si da il caso
che solo pochi hanno provato ad inceppare i processi autorizzativi in atto, a
smascherare le modalità con cui per anni è stato negato l’effettivo stato di
salute e di contaminazione della Conca, a denunciare omissioni e connivenze
delle agenzie di prevenzione e protezione. Tra questi pochi non vi sono certo i
vari partiti.
Mentre invece erano
presenti quando, a partire da metà anni 2000, venivano presentati mirabolanti
programmi di raccolta differenziata, che hanno avuto il ridicolo risultato
dello scarso 40% di raccolta differenziata per Terni, garantendo, per un
decennio almeno, un flusso costante di rifiuti verso la discarica di ACEA ad
Orvieto.
Li aspettiamo quindi
alla prova dei fatti insieme alla Presidente della Regione Marini, perché ancora
una volta ricordiamo loro che, anche senza i rifiuti dello Sblocca Italia o del
CSS, sia ACEA che Terni Biomassa continueranno comunque a funzionare.
Da che parte stanno?
Siamo convinti che non gli convenga più rimanere nell’area grigia dove è vero
tutto e il contrario di tutto, ma che abbiano il coraggio di assumersi una
scelta che è per il futuro della città.
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA AFFAMA L’INCENERITORE, LA
BANALE VERITA’ DERISA PER ANNI
Da metà anni 2000
abbiamo registrato presentazioni di piani di raccolta differenziata per la
città a cadenza più o meno annuale. Nessuno degli obbiettivi stabiliti nel
Piano Regionale dei Rifiuti, nelle delibere di Giunta Comunale, nel Piano
d’Ambito, sono stati minimamente raggiunti. Come spiegarlo? Lo scarso 40% della
città di Terni è la dimostrazione di una volontà politica, non dichiarata, di
continuare ad alimentare la discarica di ACEA ad Orvieto, spendendo decine di
milioni di euro per il conferimento. Non può esserci altra spiegazione
plausibile, a fronte di una gestione alternativa che invece in altre aree del
paese recupera soldi dalla vendita del riciclato e dalla diminuzione del
conferimento in discarica.
Ora, proprio a fine
2015, assistiamo all’ennesimo lancio di una nuova campagna di raccolta porta a
porta. Un nuovo gestore, la municipalizzata del Comune di Terni, che senza
alcuna evidenza pubblica ha scelto il proprio partner privato nel mondo
cooperativo “di area”; partner con alle spalle un decennio di associazione con Salvatore
Buzzi, uomo di spicco delle cooperative di area di Mafia Capitale, con indagini
aperte e una sua società colpita da interdittiva antimafia a Viterbo. Anche in
questo caso il silenzio di molti che per anni, fino ad oggi, hanno stretto
forti alleanze col mondo economico “di area”, pesa come un macigno.
A fronte però dei
fallimenti gestionali e finanziari delle società privatizzate o miste
pubblico/private, vedi GESENU nel perugino, l’Amministrazione Comunale e i
Comuni dell’Ambito non hanno pensato minimamente alla gestione pubblica della
raccolta dei rifiuti, che esperienze diverse in Italia invece hanno rilanciato.
Staremo a vedere
quanto questa gestione mista sarà finalizzata alla valorizzazione dei rifiuti.
Se quindi punterà al
riciclo e al recupero di materiali da una buona raccolta differenziata, oppure
sarà l’ennesima gestione che punta a produrre combustibile da rifiuti, CSS.
Così vuole la Regione, ma l’amministrazione locale si sarebbe detta contraria.
A noi cittadini spettano due compiti fondamentali: dimostrare, facendolo bene
nelle nostre case, che il porta a porta funziona quando le persone sono messe
in grado di farlo e vigilare sul buon andamento della raccolta e della gestione
dei Rifiuti/Risorse post raccolta, affinché non siano destinati alla produzione
di CSS o direttamente inceneriti.
SE NON POSSIAMO CONTROLLARE I DATI DELLE EMISSIONI,
RIPRENDIAMO IL CONTROLLO SULLE ESPOSIZIONI
In questi venti anni
chi ha amministrato questo territorio ai vari livelli non ha creato alcuna
resistenza al fatto che i produttori di rischio abbiano per legge il controllo totale
sui dati delle emissioni, che infatti vengono monitorati e comunicati in
autocertificazione.
Mentre le
amministrazioni e le agenzie come ARPA e ASL, riconoscendo di fatto questo
status quo, non hanno valutato, come nelle loro competenze, il livello delle
esposizioni, tanto da aver partecipato per venti anni alle decine di conferenze
di servizi svolte per autorizzare i vari inceneritori, senza opporre mai un
problema di salute pubblica.
Diciamo “mai” per
significare, carte alla mano, il pieno significato del termine. Ci si è al
massimo attestati come ha fatto ultimamente la ASL2 alla “conta dei morti”, al
dato della mortalità, dato epidemiologico dalle mille interpretazioni e,
considerato da solo, di scarso valore. Omettendo invece il dato dell’incidenza
delle varie patologie, ben più complesso e completo, perché tiene dentro non
solo l’insorgere delle malattie potenzialmente mortali (da cui però si guarisce
ogni tanto, diminuendo quindi la mortalità generale), ma anche di quelle
croniche le quali, concretamente, fanno vivere peggio.
Oggi è questo ciò
che deve stare alla base della decisione politica e amministrativa e la strada
l’ha segnata lo Studio SENTIERI.
Altre indagini
servono? Se fatte da istituti indipendenti e non dalla solita Cattedra di Igiene
di Perugia come è ora, servono ad avere una quadro migliore dello stato di
salute, ma ai fini della dimostrazione della nocività sul lungo periodo degli
inceneritori esistono vari studi che portano sempre alle stesse conclusioni: nelle
popolazioni esposte alle emissioni di inceneritori risultano sempre incidenze
superiori di varie patologie rispetto a quelle non direttamente esposte (Lione,
Vercelli, Modena etc). Che altro serve per dimostrarne la nocività? Ci dimostrino
il contrario i produttori di emissioni.
COSA FARE?
La città, i ternani
e le ternane, da anni stanno dimostrando, in un crescendo costante di
partecipazione e consapevolezza, la chiara volontà di chiudere con la stagione
dell’incenerimento. La salute compromessa, l’esistenza di alternative già
praticate, sono gli elementi alla base di questa rivendicazione e fanno parte
di un sapere diffuso e comune, che è andato aumentando grazie al lavoro
continuo e costante, fatto di decine di iniziative e momenti di mobilitazione.
A questo processo di
crescita le istituzioni devono saper corrispondere esercitando i propri poteri.
Oggi hanno la concreta possibilità di rigettare l’istanza di Terni Biomassa,
che senza Autorizzazione Integrata Ambientale sarà costretto a chiudere. Come
hanno la possibilità di rigettare l’istanza di ACEA di modifica parziale del
combustibile e di chiedere il riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale,
perché nel frattempo sono insorte nuove evidenze scientifiche sullo stato di
salute pubblica. Inoltre il Comune di Terni dovrà rigettare ogni istanza
presentata presso le diverse autorità competenti per nuovi impianti a biomasse
e biogas, di qualunque taglia. Piccole lobbies locali troppo abituate a
camminare nei corridoi del Palazzo stanno in questi ultimi tempi riaffacciandosi.
Un’altra fonte di emissioni sarebbe troppa.
Le imprese ovviamente
reagiranno, ma gli enti locali hanno ancora potere per decidere.
Ma è chiaro che il Sindaco di Terni dovrà
ricordarsi di essere primo responsabile della salute pubblica e di avere a sua
disposizione tutti gli uffici tecnici necessari, ASL dovrà rinunciare alla
rassicurante “conta dei morti”per una reale valutazione delle esposizioni e
ARPA dimostrare di essere davvero l’agenzia di protezione ambientale e non,
come in passato, sodale delle imprese produttrici di rischio e nocività. Noi
saremo sempre pronti a ricordarglielo. Se coloro che hanno voluto gli
inceneritori oggi si rendono conto del danno recato, come sembrano ammettere,
lo dimostrino chiudendo gli inceneritori.
APPELLO ALLA PARTECIPAZIONE
Quello di domenica
14 febbraio sarà un momento in cui scenderà in piazza la città. Tutti e tutte,
come cittadini e persone esposte alle nocività, sono invitati a partecipare.
Dunque nessuna bandiera di partito, sindacato o associazioni affini, lasciamo
libera la città di esserci senza condizionamenti.
Allo stesso modo
vogliamo puntualizzare: domenica si scende per la chiusura degli inceneritori,
non per un generico no all’incenerimento. Chi verrà prenderà questo impegno,
ciascuno nel suo ambito, di fronte agli altri che saranno in piazza.
Se amiamo Terni,
difendiamo la salute dei concittadini per una visione nuova del futuro della
città.
Comitato No Inceneritori Terni
martedì 26 gennaio 2016
domenica 10 gennaio 2016
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