NO AGLI INCENRITORI, SI ALLA DIFFERENZIATA

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sabato 27 settembre 2014

MANIFESTAZIONE 11 OTTOBRE 2014


Comunicato Stampa: Depositate in Regione le Osservazioni alla richiesta di TerniBiomassa(tozzi Holding) di bruciare rifiuti urbani


Il quadro ambientale della Conca che si sta definendo in queste ultime settimane non può essere sottostimato, deve necessariamente rappresentare un argine concreto alle volontà onnivore dei due impianti di incenerimento oggi presenti a Terni.
Sia ARIA srl (ACEA) che TerniBiomassa (Tozzi Holding) infatti hanno presentato richiesta in Regione per bruciare rifiuti urbani, chiaramente a conoscenza, prima dei cittadini e delle istituzioni, dell'arrivo del Decreto "Sblocca Italia" che prevede attraverso l'art. 35 una serie di misure che spingeranno definitivamente l'Italia verso Inceneritori e discariche, ancora di più e in modo più efficiente rispetto a quanto già oggi vediamo. Agli inceneritori che rientreranno nelle "rete Nazionale" infatti andranno garantite le quantità di rifiuti che gli permetteranno la potenza massima di combustione. Il tutto escludendo gli inceneritori dalla programmazione regionale o degli ambiti territoriali competenti, permettendo l'arrivo dei rifiuti  da qualunque parte del paese e dimezzamento dei tempi autorizzativi.
A fronte di questo imminente disastro, e solo grazie al lavoro quotidiano dei cittadini e delle associazioni, la città viene a conoscenza della portata reale della contaminazione da diossine e pcb nei campioni di uova raccolti nella conca ed in particolare la collocazione geografica dei campioni con superamenti dei limiti di legge e di azione: oltre a Villa Valle, Borgo Rivo e quartieri limitrofi ricadenti nelle "aree a media e massima ricaduta delle polveri del polo di incenerimento di Maratta" come indicate da uno studio di ARPA del 2006.
Non solo quindi ci ritroviamo già l'inceneritore di ARIA srl in funzione bruciando pulper di cartiera, ma a breve un secondo inceneritore mangia rifiuti. Ci chiediamo se per le istituzioni locali, Asl e Arpa, esiste un limite a tutto questo, cioè se è normale pensare che in una città in cui è già rilevante l'impatto ambientale del siderurgico, si possa ritenere minimamente giustificabile la presenza di due inceneritori e qualora ce ne fosse richiesta anche ad altri impianti. Se ci ritroveremo con due forni da rifiuti la responsabilità sarà di coloro che negli ultimi venti anni hanno permesso, e anzi facilitato, che tutto questo accadesse.
Ovviamente l'11 ottobre sarà una manifestazione per dire basta all'incenerimento e alle sue nocività, denunciare l'ennesima operazione di mistificazione delle istituzioni che hanno dato la responsabilità delle diossine alla "bruciatura di buste", per iniziare il percorso popolare che si opporrà all'eventuale arrivo dei rifiuti "sblocca Italia".
Il 12 ottobre sapremo se TerniBiomassa avrà o meno accesso alla Valutazione di Impatto Ambientale o direttamente all'Autorizzazione Integrata Ambientale.

Comitato No INceneritori

sabato 6 settembre 2014

Rifiuti Sanitari e urbani per il secondo inceneritore della Conca. Terni continua ad essere individuata come la terra del bengodi per inceneritoristi di ogni risma.Ma la pazienza ha un limite?




TerniBiomassa, società ternana della holding ravennate Tozzi Spa (che ha acquisito nel 2013 l’ impianto ex Printer), ha infatti presentato in Regione ad agosto una richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale in cui comunica che brucerà appunto rifiuti ospedalieri, fanghi di depurazione, rifiuti urbani nella forma di CDR e altre tipologie. Comunica inoltre che dismetterà la tecnologia a pirolisi per passare unicamente alla combustione diretta dei rifiuti.
Terni continua quindi ad essere individuata come la terra del bengodi per inceneritoristi di ogni risma. Un territorio che grazie alle battaglie condotte da anni in città è riuscita almeno in parte a non far bruciare i rifiuti urbani all’inceneritore di ARIA srl/ACEA, si vede obbligata comunque a subire l’esposizione alle emissioni nocive di due inceneritori, a subirne insomma le ricadute negative, a maggior ragione quando questi nemmeno portano posti di lavoro; proprio in una fase così complicata per la città impegnata nella vertenza AST, ci vediamo costretti a rincorrere le continue mosse ora di ACEA ora di Tozzi Holding e tentare di ostacolarle per non ritrovarci di nuovo due impianti inutili e dannosi senza nemmeno alcuna strategicità per il futuro anche occupazionale della città.
Certo va detto anche che con lo Sblocca Italia gli inceneritori vengono posti al centro della gestione dei rifiuti, a cui il governo Renzi vuole affidare senza più vincoli regionali e con procedimenti autorizzativi dimezzati (art. 10 e art. 15) i rifiuti di tutta Italia in una Rete nazionale degli impianti: un efficientamento utile a garantire la certezza dei profitti alle grandi holding come Hera, Acea, A2A che con lo sviluppo della differenziata soprattutto al centro-nord vedono diminuire il volume di rifiuti da fagocitare. In questo contesto normativo sta sicuramente il senso dell’investimento di Tozzi Holding nell’inceneritore ex Printer, impianto che peraltro non riceverà alcun incentivo pubblico alla produzione di energia, che rappresenta in generale il vero affare per gli inceneritori.
Ora ci aspettiamo dal Comune che sia conseguente con tutte le promesse elettorali, soprattutto con quella secondo cui l’amministrazione si sarebbe opposta nelle sedi opportune ai nuovi processi autorizzativi. Il silenzio sulla vicenda delle diossine nelle uova è assai emblematica di un atteggiamento che non prelude a nulla di buono. Speriamo di avere torto.
Ad ogni modo martedì prossimo, durante l’assemblea convocata dal Comitato No Inceneritori, non solo verrà affrontato il tema delle diossine nelle uova prelevate a Borgo Rivo ma anche l’ulteriore esposizione a cui la città potrebbe tornare a fare i conti. Saranno presenti Italia Nostra, il comitato di Vascigliano, Medici per l’Ambiente per costruire insieme una piattaforma di proposte alla città sul tema della salute da contrapporre alle agenzie di tutela e protezione che non compiono, secondo il Comitato, appieno i loro doveri istituzionali.

Comitato No Inceneritori Terni